Mozione approvata dal Consiglio nazionale del 30-31 maggio Il Consiglio Nazionale del PRI, riunitosi a Roma nei giorni 30 e 31 maggio 2008, dopo ampio ed approfondito dibattito, approva la relazione e la replica del segretario del Partito, On.le Francesco Nucara. Invita, quindi, tutti gli iscritti a seguirne le indicazioni, sviluppando l'azione politica conseguente. Il PRI parte dalla constatazione che la cosiddetta Seconda Repubblica non è riuscita a dare organica e tempestiva soluzione ai nodi strutturali del Paese, dal debito pubblico all'insufficiente sviluppo economico, alla marginalizzazione dell'Italia rispetto alle grandi democrazie occidentali. La scomparsa di partiti, i cui contenuti ideali erano intrisi di senso dell'interesse pubblico generale, non ha certo giovato. Da tempo la motivazione delle scelte politiche è l'emergenza, così che le scelte trovano base di consenso nell'ineludibilità più che nella condivisione di chi è chiamato a fare sacrifici. Questo percorso nel medio termine finisce con logorare anche le maggioranze in partenza più solide. In questo contesto, il PRI guarda con grande attenzione ai tentativi, da parte delle maggiori forze politiche italiane, di costruire strutture politiche meno effimere, in grado di ricostituire quel tessuto connettivo che finora è mancato. L'esempio da seguire, nel solco della tradizione italiana, resta quello delle principali democrazie occidentali, rispetto alla quale il Partito, se pure rinnovato nelle forme e nelle strutture organizzative, continui a svolgere quella funzione di cerniera tra la società civile e l'organizzazione dello Stato, respingendo ogni tentativo di soluzioni bipartitiche. Il PRI ribadisce la sua lealtà nei confronti del Governo. Ne appoggerà gli sforzi in Parlamento, nella consapevolezza che le relative iniziative si muoveranno nell'interesse del Paese. In un quadro così incerto, il PRI si colloca nel Gruppo Misto della Camera dei Deputati, non per sfiducia nei confronti del PDL, ma ribadendo il suo impegno per proseguire sulla strada della Costituente Liberaldemocratica. Di fronte alla portata di questi problemi, che potranno richiedere una discussione più estesa ed approfondita, delega la Direzione Nazionale a valutare l'opportunità di convocare eventualmente un congresso di carattere straordinario. |